Mostra a Padova
In primo piano ho pensato “la città del non luogo”, i cui palazzi realizzati in xiloceramica si distribuiscono su quattro piattaforme autonome, organizzate attorno ad un immaginario cardo e decumano, quest’ultimo convergente verso il fondo della stanza ad accentuare la fuga prospettica.
Sulla parete di fondo, una contro parete tinta di una tonalità che ricorda le colorazioni naturali usate nelle mie opere, farà da sfondo cromatico e da supporto per una piccola finestra sul mondo, l’incisione minuta di un racconto incorniciata in stile barocco.
Tra la grande città disabitata e la sua via di fuga si apre uno spazio che mi piace chiamare, il pensatoio, una stanza senza pareti, incisa nelle forme d’uso utilizzate per arredarlo, un luogo in cui l’uomo di sempre ci visse e può a tutt’oggi fermarsi e leggere la storia conservatasi nelle fibre di ogni oggetto.
Infatti, la lampada montata svetta a illuminare in alto, il comodino al suo fianco ed infine la sedia a sfera portano tutti le tracce di un racconto di vita, quello del mio viaggio all’interno delle cose…
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